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I prestiti concessi dal Governo Italiano ad Alitalia ritenuti aiuti di stato dalla Commissione UE



Il 10 Settembre 2021 la Commissione UE è arrivata alla conclusione che due prestiti dell’importo complessivo di 900 milioni di Euro, concessi dal Governo italiano ad Alitalia dopo essere divenuta insolvente a Maggio 2017, sono da considerarsi illegali alla luce della normativa UE sugli Aiuti di Stato; di conseguenza, l’Italia deve ora provvedere al recupero degli stessi, comprensivi di interessi, da Alitalia che si trova attualmente in amministrazione straordinaria.


Secondo la Commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager, infatti, a seguito di un’approfondita indagine la Commissione è arrivata alla conclusione che i due prestiti pubblici dell’importo totale di 900 milioni di Euro concessi dal Governo italiano ad Alitalia, hanno offerto alla detta società un vantaggio sleale nei confronti dei suoi concorrenti, e questo in violazione delle regole comunitarie sugli Aiuti di Stato. I suddetti importi devono pertanto ora essere ricuperati da parte del Governo da Alitalia, per riportare l’industria europea dell’aviazione ad un livello equo di competizione.


Allorché si trovò in serie difficoltà finanziarie all’inizio del 2017, Alitalia come noto dovette affrontare un urgente bisogno di liquidità, ma aveva perso l’accesso ai mercati del credito a causa della sua situazione finanziaria così deteriorata. Per mantenere Alitalia in effettive condizioni operative, a Maggio ed Ottobre 2017 il Governo le concesse due prestiti, rispettivamente il primo di 600 milioni e l’altro di 300 milioni di Euro. Allo stesso tempo, Alitalia venne assoggettata ad una procedura di amministrazione straordinaria secondo le norme fallimentari italiane, procedura tuttora pendente presso il tribunale di Civitavecchia.


Il 23 Aprile 2018 la Commissione UE iniziò un’indagine diretta a stabilire se detti due prestiti fossero conformi o meno alla normativa comunitaria sugli Aiuti di Stato, in seguito a varie denunce da essa ricevute nel corso del 2017 da aerolinee concorrenti, che asserivano che l’Italia avesse fornito ad Alitalia un Aiuto di Stato illegale ed incompatibile. Il Governo italiano peraltro aveva notificato a Gennaio 2018 tali prestiti pubblici, dichiarandoli quali aiuti di salvataggio conformi alle Linee Guida della Commissione UE sugli aiuti di Salvataggio e Ristrutturazione alle imprese in difficoltà, emanate nel 2014.


Sulla base delle norme UE sugli aiuti di stato, gli interventi pubblici a favore delle società possono ritenersi estranei rispetto alla caratterizzazione di Aiuti di Stato, a condizione che il rispettivo Stato non agisca quale pubblica autorità, ma invece adottando delle considerazioni di carattere commerciale pari a quelle di un operatore privato che si muova in condizioni di mercato (conformemente al principio dell’operatore in un’economia di mercato): come alla fine trovato dalla Commissione UE, nel caso in questione il Governo italiano, quando ha concesso i due prestiti ad Alitalia, non ha agito come avrebbe fatto un investitore privato, poiché non ha effettuato alcuna valutazione appropriata sulle effettive possibilità che Alitalia riuscisse a rimborsare i prestiti oltre agli interessi. Di fatto, l’indagine della Commissione UE sui bilanci di Alitalia del tempo ha verificato che Alitalia non era in alcun modo in grado di generare abbastanza liquidità per poter rimborsare i prestiti statali entro la rispettiva scadenza, né tantomeno sarebbe riuscita ad ottenere abbastanza introiti a detto scopo dalla vendita dei suoi cespiti.


Alla luce di quanto sopra, la Commissione UE ha concluso pertanto che nessun investitore privato avrebbe concesso i menzionati prestiti ad Alitalia in quel frangente; prestiti che, di conseguenza, costituivano degli aiuti di Stato così come definito dalle norme UE sugli Aiuti di Stato.


Inoltre, la Commissione UE ha altresì concluso che tali aiuti di Stato non potevano essere approvati come aiuti di salvataggio conformemente alle Linee Guida sul Salvataggio e la Ristrutturazione, così come li aveva notificati il Governo italiano, in quanto: innanzitutto, i detti prestiti non erano stati rimborsati entro il prescritto termine di 6 mesi; il Governo, poi, non aveva presentato alcun piano di ristrutturazione per il ritorno di Alitalia ad una normale operatività; infine, la società non era stata nemmeno posta in liquidazione come disposto dalle dette Linee Guida.


Secondo la Commissione UE, i prestiti concessile avevano pertanto garantito ad Alitalia un vantaggio economico sleale nei confronti dei suoi concorrenti in relazione alle rotte italiane, europee ed intercontinentali, in maniera tale da risultare quale Aiuto di Stato incompatibile. Di conseguenza, il Governo deve ora recuperare da Alitalia l’importo complessivo di tale aiuto di Stato illegale pari a 900 milioni di Euro oltre interessi.


Con altra decisione rispetto a quella sopra discussa, la Commissione UE allo stesso tempo ha ritenuto invece coerente con la normativa comunitaria il proposto aumento di capitale della nuova aerolinea ITA da effettuarsi con fondi pubblici, ed ha altresì stabilito che ITA non sia considerata quale successore dal punto di vista economico ad Alitalia, di modo che ITA non sarà soggetta né coinvolta nell’obbligatoria restituzione degli aiuti di Stato illegalmente concessi ad Alitalia.


Alitalia cesserà definitivamente la propria attività il 15 Ottobre 2021, allorché avranno contestualmente inizio le operazioni di volo di ITA.


Prof. Avv. Salvatore Vitale


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