Dopo tre anni di significativi tentativi atti a creare tra Italia e Francia un potente costruttore navale europeo in grado di competere sui mercati mondiali, tale progetto è stato infine abbandonato agli inizi del 2021, a causa dell’indagine in corso da parte della Commissione UE sull’eventuale violazione delle regole comunitarie sulle fusioni ed in materia di concorrenza, ancora lungi dall’essere pervenuta ad una conclusione in un senso o nell’altro.
Il contratto preliminare di compravendita stipulato a Febbraio 2018 tra la società italiana Fincantieri e la francese Naval Group, in base al quale Fincantieri avrebbe acquisito il 50% (ricevendo un ulteriore 1% in prestito, affinché potesse esercitare i poteri di controllo societario sulla società oggetto dell’acquisto) delle azioni di Chantiers de l’Atlantique, è scaduto in assenza di rinnovo o proroga, ad inizio di quest’anno.
A parte la mancata approvazione finale dell’operazione di acquisizione da parte della Commissione UE, il progetto è stato abbandonato pure a causa dei problemi intervenuti con la crisi COVID, che stanno seriamente pregiudicando il turismo internazionale nonché la prospettiva di riuscire a vendere nuove navi da crociera nel prossimo futuro (posto che invece le aspettative al riguardo erano molto migliori quando Fincantieri aveva inizialmente nel 2017 offerto di acquistare Chantiers de l’Atlantique).
Fincantieri è il maggiore costruttore europeo di navi, e tra i primi dieci a livello mondiale. Chantiers de l’Atlantique è un costruttore francese di navi, il cui capitale è in maggior parte detenuto dallo Stato francese (che pure controlla Naval Group), e Fincantieri ha tentato appunto sin dal 2017 di acquisirne il controllo, attraverso serrate negoziazioni con il Governo francese che avevano portato al sopra citato accordo.
Nonostante la stipula di tale accordo, a Gennaio 2019 la Commissione UE acconsentì alla richiesta presentatole da Francia e Germania di investigare sulla proposta acquisizione di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri alla luce del Regolamento Europeo sulle Fusioni e Concentrazioni, che sulla base dell’art. 22(1) consente agli Stati membri di coinvolgere la Commissione nell’esame di una concentrazione societaria che, pur non avendo dimensione comunitaria, possa tuttavia mettere a rischio il commercio intra-comunitario ed anche pregiudicare la concorrenza negli Stati membri che si rivolgono in tal modo ed a tal fine alla Commissione.
Da quel momento, la Commissione UE ha portato avanti la sua indagine senza arrivare ad alcuna conclusione né dimostrazione di fatto concludente, lasciando Fincantieri nell’incertezza assoluta sull’esito, e questo mentre il Mondo improvvisamente s’addentrava nella crisi economica che si è andata sempre più aggravando negli ultimi due anni a causa dell’emergenza del COVID-19.
Secondo le notizie stampa rilasciate dalla Commissione UE, l’acquisto di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri potenzialmente avrebbe potuto danneggiare la concorrenza a livello europeo e globale, benché non raggiungesse il livello di fatturato in connessione con la sua dimensione europea, richiesto dal Regolamento Europeo sulle Fusioni e Concentrazioni affinché una tale operazione dovesse essere notificata alla Commissione.
Il progetto d’acquisto era già stato notificato da Fincantieri ai fini delle dovute autorizzazioni sia alle autorità francesi che tedesche, ma il Governo francese decise di sottoporre la questione alla Commissione UE in virtù dell’art. 22(1) del menzionato Regolamento.
Il Governo tedesco – nel cui territorio si trova il maggior concorrente europeo di Fincantieri – a sua volta prese l’occasione per associarsi alla richiesta francese, e – sulla base delle informazioni fornite da tali due Governi – la Commissione UE si pronunciò in via preliminare e senza pregiudizio per l’esito definitivo delle indagini ancora da compiere, ritenendo che la concentrazione aziendale in questione avrebbe significativamente potuto danneggiare la concorrenza nell’industria della costruzione di navi, in particolare nel settore delle navi da crociera a livello globale. Tanto è stato sufficiente per bloccare l’acquisizione.
La base legale sulla quale la Commissione ha esercitato i propri poteri d’indagine è il Regolamento Europeo su Fusioni e Concentrazioni del 21 Settembre 1990, che ha introdotto nella legislazione comunitaria sulla concorrenza disposizioni per il controllo delle fusioni, acquisizioni e concentrazioni tra imprese. Il suo fine è il controllo effettivo di ogni concentrazione riguardo ai suoi effetti sulla struttura della concorrenza dentro l’Unione Europea, e si applica pure in caso di cambio di proprietà.
Tra le operazioni così monitorate, rientrano le fusioni, acquisizioni, creazioni di controllo societario congiunto, nonché sulla costituzione di Joint-Ventures. Per “controllo” s’intende la possibilità di esercitare un’“influenza decisiva” sulle imprese oggetto di tale concentrazione.
In assenza di apposita deroga, le concentrazioni che devono essere notificate non possono divenire efficaci finché non siano state definitivamente approvate, e – in caso di violazione di tale disposizione – la Commissione può prendere apposite misure, incluso il blocco dell’acquisizione o l’imposizione di multe e sanzioni.
Il Regolamento del Consiglio Europeo n. 139/2004 del 20 Gennaio 2004 sul controllo delle concentrazioni tra imprese (che ha modificato in parte il precedente Regolamento sulle Fusioni) permette in base all’art. 22 ad ogni Stato membro (come nel presente caso Francia e Germania) di richiedere alla Commissione UE di aprire un’indagine su una concentrazione. E’ così che il Governo francese, dopo aver stipulato l’accordo preliminare di compravendita con Fincantieri nel 2018 per venderle il 50% (+1) delle azioni di Chantiers de l’Atlantique, ha denunciato tale acquisizione in corso alla Commissione, lamentando la possibile violazione di norme europee sulla concorrenza!
La fallita concentrazione tra le due società cantieristiche italiana e francese ha di conseguenza lasciato il campo aperto all’intervento di qualche altro costruttore navale che intenda a sua volta comprare Chantiers de l’Atlantique (che, come impresa singola, si è già mostrata troppo debole dal punto di vista finanziario per riuscire a competere a livello internazionale). I migliori candidati a tale riguardo provengono dall’Asia, dove sono localizzati 9 dei primi 10 costruttori mondiali di navi, in Cina, Korea e Giappone (in tale lista, Fincantieri si trova al decimo posto).
Gli ostacoli posti dal Governo francese e dalla Commissione UE alla concentrazione tra Fincantieri e Chantiers de l’Atlantique, pertanto, potranno permettere a concorrenti extra-europei di proporsi per l’acquisto del cantiere navale francese, dopodiché – compiuta tale operazione – l’acquirente extra-europeo riuscirà ad insediare la propria produzione pure in Europa divenendo altresì in grado di partecipare alle gare d’appalto pubbliche per la fornitura di navi in Europa.
Prof. Avv. Salvatore Vitale
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